Rosta e dintorni

Storia

In origine parte del Comune di Rivoli, la frazione di Rosta viene eletta a comune il 26 agosto 1694.

Origini
Sono attestate da diverse tracce romane[2] nella zona di Rosta, sia sulla collina morenica, sia nella zona più bassa della Stazione. Tuttavia, queste tracce rimangono scarse e sono state parzialmente disperse nel tempo.

Il Medioevo
Il toponimo Rosta è menzionato per la prima volta nel 1236 in un documento accensante diverse pezze di terreno nella zona di Rivoli. Tale zona era così chiamata “ab immemorabili“, ovvero da lungo tempo. Non vi sono testimonianze circa il numero di abitanti della zona, né se la zona stessa fosse abitata o meno a quell’epoca. Le testimonianze circa monumenti pubblici o religiosi riguardano per lo più la sosta dei pellegrini, alcuni di questi illustri come il papa Callisto II, presso la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Per tutto il Quattro e Cinquecento Rosta non era costituita come borgo vero e proprio e amministrativamente indipendente, tutt’al più con alcune case nell’attuale centro storico, circondate da campi e boschi, sovente infestati da lupi[3].

Il Seicento
Negli anni 1626 – 1627 gli Status Animarum testimoniano per la prima volta il numero degli abitanti di Rosta: una quarantina, suddivisi su due soli gruppi familiari, interamente di contadini. Non è però certo se l’imminente pestilenza del 1630 abbia ridotto la popolazione negli anni immediatamente a seguire. Quel che è certo è che nei decenni successivi, la popolazione conobbe un cospicuo aumento, che portò alla richiesta di status di Comune indipendente, per la prima volta, dalla Collegiata di Rivoli, che già a metà del secolo istituì la Cappallanìa nel luogo.

Il Settecento


La cappella di Santa Maria delle Grazie.

Rosta, ormai un centro di circa duecento abitanti, si dotò per la prima volta di una Casa Comunale e iniziò all’inizio del Settecento la costruzione della sua Chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo. La zona vide il passaggio dell’esercito francese diretto all’Assedio di Torino del 1706 e più tardi quello di Napoleone e dell’esercito Austro-Ungarico, per lo più con conseguenti devastazioni e saccheggi nella zona.

L’Ottocento
La popolazione ammontava intorno alle cinquecento unità. Nel 1835 la Parrocchia di Rosta divenne autonoma da quella di Rivoli, mentre intorno al 1850 il borgo si dotò di una scuola pubblica e di una stazione della nascente ferrovia della tratta Torino – Susa. Nel 1873 arrivò anche il Servizio Postale e successivamente, quindici anni dopo, anche il Servizio Telefonico.

Il Novecento
All’inizio del secolo, Rosta vede la completa ricostruzione della Cappella della Madonna delle Grazie, ormai pericolante e disagevole: l’antica costruzione, risalente forse al Quattrocento era stata intitolata a San Rocco ed edificata a sua volta sul luogo di un antico pilone dedicato a San Sebastiano. In questi anni anche l’antico Municipio (all’interno del borgo) viene sostituito dal nuovo edificio comunale, ancora in uso. Negli anni a cavallo del 1912 Rosta si dotò dell’illuminazione pubblica; a partire dal 1920 inizia inoltre la costruzione dell’acquedotto, inizialmente gestito da alcuni privati e successivamente dal Comune. Nel 1985 si costruì il Depuratore delle Acque. Nel 1990 nasce la Biblioteca Comunale, intitolata al poeta locale Augusto Querro.

Fonte Wikipedia

http://it.wikipedia.org/wiki/Rosta

Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso

Stato Italia
Regione Piemonte
Località Buttigliera Alta
Religione Cristiana cattolica di rito romano
Diocesi Arcidiocesi di Torino
Stile architettonico romanico, gotico
Inizio costruzione 1188
Completamento XIII secolo
La precettoria di Sant’Antonio di Ranverso è situata a Buttigliera Alta, in provincia di Torino, all’ingresso della Valle di Susa.

Il nome del monastero combina la dedica a sant’Antonio abate e il toponimo di “Rivus Inversus“, un canale situato a nord delle colline moreniche.

Una recente tradizione è l’allestimento della scena della Natività sul terreno della precettoria, che coinvolge centinaia di persone, fra adulti e bambini, nella rappresentazione dei passi biblici riguardanti la nascita di Gesù.

Storia
Il complesso fu fondato nel 1188 da Umberto III di Savoia e dato in uso ai canonici regolari di Sant’Antonio di Vienne, con l’intento di creare un punto di assistenza per i pellegrini e un centro di trattamento di coloro i quali erano afflitti dal “fuoco di sant’Antonio“. Con l’avvento dell’epidemia di peste della seconda metà del XIV secolo la precettoria ospiterà anche gli affetti da questa terribile malattia. L’isolamento delle piaghe infette avveniva attraverso il grasso dei maiali per evitare l’espandersi dell’infezione. Il richiamo all’iconografia di sant’Antonio abate è esplicita: il santo appare sempre accanto ad un maialino.

La precettoria fu rimodellata molte volte nel corso dei secoli, alterandone fortemente la forma originale. Comprendeva inizialmente un ospedale, di cui rimane solo una facciata, la precettoria e la chiesa. La chiesa stessa appare oggi nello stile gotico-lombardo, del rifacimento dei secoli XIV e XV. Adiacente alla chiesa vi è il campanile, eretto in stile gotico dal 1300.

All’interno i muri sono decorati con numerosi affreschi a partire dal XIII secolo, alcuni dei quali dipinti da Giacomo Jaquerio agli inizi del Quattrocento. Fra le opere di questo artista si conserva inoltre la scena Salita al Calvario nella sacrestia, capolavoro dell’artista e del Gotico internazionale in Piemonte. Nel presbiterio vi è un polittico di Defendente Ferrari del 1531, il quale include porte dipinte per la protezione dell’opera principale.

Nel 1776 papa Pio VI assegnò la proprietà della precettoria all’ordine Mauriziano, a cui è affidata tuttora.

La chiesa
All’interno della chiesa il soffitto è caratterizzato da volte a crociera. Il centro di ogni crociera è decorato con motivi differenti che raffigurano la storia della salvezza dalla creazione del mondo alla resurrezione di Cristo. Nella prima crociera è visibile un cerchio con stelle chiare su sfondo rosso e nero: rappresenta la creazione. Nella seconda crociera è visibile un decoro a bassorilievo rappresentante un angelo che rappresenta l’incarnazione di Gesù. Nella terza un agnello indicativo del Natale. Le ultime due crociere sono decorate rispettivamente con una stella rossa su fondo scuro a simboleggiare la morte di Gesù e una stella su fondo chiaro a simboleggiarne la resurrezione. Queste decorazioni sono originali, coeve con la costruzione della chiesa. La rappresentazione del sole nell’abside invece è di fattura successiva, probabilmente settecentesca.

Fonte Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Antonio_di_Ranverso

Laghi di Avigliana
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Passerella galleggiante sul Lago Grande

Stato Italia
Regione Piemonte
Provincia Torino
Comune Avigliana
Coordinate 45°03′57.09″N 7°23′13.73″ECoordinate: 45°03′57.09″N 7°23′13.73″E (Mappa)
Altitudine 352 /356 m s.l.m.
Dimensioni
Superficie 0,91 / 0,61 km²
Idrografia
Origine naturali

Laghi di Avigliana

I laghi di Avigliana sono due piccoli laghi di origine morenica, creati cioè dall’accumulo di acque negli spazi fra diverse morene frontali concentriche che il ghiacciaio della Val di Susa (segusino), finita la glaciazione, produsse nel suo ritirarsi verso monte. Separati da uno stretto istmo, sono situati nel comune di Avigliana (TO) e in base alla loro superficie vengono chiamati rispettivamente Lago Grande e Lago Piccolo.

Il Lago Grande

Il Lago Grande, un tempo detto Lago della Madonna, ha una estensione di 91,4 ettari, una profondità massima di 26 metri e si trova a quota media 352 m. s.l.m. Dal lato nord-ovest del Lago Grande fuoriesce il canale della Naviglia, il corso d’acqua emissario che attraversa la torbiera della Palude dei Mareschi tra Avigliana e Sant’Ambrogio di Torino per immettersi nella Dora Riparia. Nella zona oggi paludosa dei Mareschi a seguito del ritiro del ghiacciaio segusino si era probabilmente formato anche un terzo lago, che però ebbe vita breve essendo stato in gran parte ricoperto dai detriti scivolati giù dai rilievi collinari circostanti.

Posto più a settentrione di quello Piccolo, sulle sue rive si sono sviluppate varie attività umane e, di recente, è tornato balneabile. Lungo la sponda nella parte settentrionale del lago, è stata costruita una passerella galleggiante ad uso turistico.

Di particolare interesse sulle rive del lago è il Santuario della Madonna dei Laghi.

Il Lago Piccolo
Il Lago Piccolo, detto anche Lago di Trana e un tempo chiamato Lago di San Bartolomeo (dal nome della borgata che si affaccia sulla sua sponda meridionale), ha un’estensione di 61,09 ettari, una profondità massima di 12 metri e si trova poco più in alto del Lago Grande a quota media 356 m. s.l.m. Riceve tanti rivi immissari dalle colline boscose circostanti, il più importante dei quali è il Rio Freddo, e sversa le sue acque nel Lago Grande per mezzo di un canale che taglia a metà l’istmo.

A differenza del Lago Grande conserva abbastanza bene le caratteristiche naturali ed è un’apprezzata oasi naturalistica; sulle sue rive vi sono prati, una fascia di boschi e canneti e non è consentita la balneazione.

Fonte Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Laghi_di_Avigliana